Olioliva 2014
- sabryrame
- 18 nov 2014
- Tempo di lettura: 6 min
Ciao ragazzi, oggi vi racconto cosa ho fatto nello scorso week end.
Come ogni anno a novembre ad Imperia si svolge una dei miei happening preferiti…..Olioliova. Una tre giorni

ricca di incontri e manifestazioni per celebrare l’olio nuovo. Questo è periodo di frangitura e spremitura delle olive. La miriade di frantoi della nostra provincia ha lavorato a pieno regime per estrarre dalle olive (poche quest’anno a dire il vero) tutto il sapore del nostro territorio e creare quell’alimento così importante che tutto il mondo ci invidia, l’olio extra vergine di oliva.
Sebbene la pioggia l’abbia fatta da padrona, costringendo gli espositori a chiudere i loro stand per tutta la giornata di sabato, venerdì e domenica il sole ha illuminato le vie del centro. Soprattutto domenica moltissimi visitatori, un po’ come le lumache dopo la pioggia, hanno invaso Oneglia.
Visto che mio figlio venerdì sarebbe stato a scuola fino alle 16, ho deciso di “perdermi” per le vie di del centro facendomi guidare dai sensi…..soprattutto olfatto e gusto. Adoro questa manifestazione e ogni anno mi ritaglio un po’ di tempo per visitarla con calma.
Vi premetto che sono cresciuta in campagna in mezzo agli ulivi. Essi sono sempre stati lo sfondo dei miei giochi; provengo da una famiglia in cui l’olivicoltura ha avuto un ruolo importante…..mio nonno fu uno dei più famosi “mediatori” d’olio del comune di Imperia fino agli anni 70; in seguito, anche dopo aver appeso il

“bicchiere” al chiodo, ha continuato, finché ha potuto, ad andare tutti i giorni sul cosiddetto “Rondò”, l’attuale Piazza Dante, la piazza dove avvenivano gli scambi e i primi commerci d’olio durante l’ascesa delle grandi industrie olearie locali. Quando andavo a casa sua, spesso mi facevo raccontare il suo lavoro, e traspariva attraverso le sue parole, tutto l’amore e la passione verso questo prodotto della natura e della terra, quando ancora non esistevano i computer e a malapena si usava la macchina da scrivere. Pensate solo al fatto che i contratti venivano conclusi con una stretta di mano….oggi impensabile.
Forse è per questo che sono così legata al mio territorio ed alle sue tradizioni.
Approfittando quindi della bella giornata, sono partita alla volta di Olioliva 2014.
Una delle attrattive di questa edizione, che mi ha incuriosito molto, è stata la mostra del Sig. Sergio

Cecchinel, imprenditore agricolo e grande appassionato del mondo oleario. Ha iniziato a collezionare materiale da quando era giovane ed ora possiede una collezione di inestimabile valore soprattutto a livello storico. Numerose sono le mostre che ha organizzato anche a notevole distanza dalla sua Imperia. Un bel manifesto indicava l’ingresso della mostra davanti all’ atrio del “Cremlino” (la sede storica del Comune di Imperia). Varcando la soglia del portone mi è sembrato di tornare indietro nel tempo di molti decenni. Manifesti, quadri, botti e cisterne di metallo e registri cartacei rimandavano a quel mondo ed a quella antica gloria in cui l’olio era soprannominato “oro liquido” a testimonianza del suo importantissimo valore. Il sig. Cecchinel ha ricostruito la sede di un piccolo ufficio di una azienda olearia di Imperia appena nata. Poche cose…….una scrivania, una sedia, un quaderno con penna e calamaio ed un telefono. In quegli anni Imperia era nel suo periodo d’oro, era una potenza a livello internazionale; chiacchierando mi ha mostrato le lattine di metallo che venivano esportate in America; in particolare mi ha indicato quella destinata ad un potente “boss” americano. Dopo aver scattato ancora qualche foto e aver salutato e ringraziato il signor Cecchinel, ho rimesso piede nel 2014 in cerca di altre cose da raccontare.
Come ogni anno, la via principale di Oneglia, Via Bonfante, era destinata alle numerose aziende agricole del nostro territorio, che, attraverso il loro stand, pubblicizzavano l’olio novello e tutti gli altri prodotti ad esso legati: olive taggiasche in salamoia, patè di olive e quantaltro a deliziare il palato e olfatto degli astanti.

Un’altra parte della piazza era occupata da espositori di altre regioni italiane: Lombardia, Sardegna e Piemonte. Proprio alle bancarelle di questa regione ho destinato un occhio di riguardo: formaggi, salumi ed altre prelibatezze “stimolavano” le mie papille gustative. Il basso Piemonte per me, rappresenta una attrattiva irrinunciabile. Nella cucina del ponente ligure poi le incursioni sabaude sono numerose. Il legame storico tra i nostri due territori è, a mio parere, testimoniato al suo livello massimo da un piatto molto povero ma di grande tradizione….LA BAGNA COUDA. Ingrediente base di questo piatto sono le acciughe che, una volta messe sotto sale, compivano il viaggio dal mare al Piemonte attraverso le famose “vie del sale”.
Se avrete la bontà e la costanza di seguirmi in questo blog troverete molte volte degli “approfondimenti” di queste strette relazioni.

Doverosa la segnalazione di un produttore genovese di mozzarelle fresche. Dal suo paiolo di acqua fumante e grazie alle sue sapienti mani “creava” queste prelibatezze senza confronto.
Passiamo ora a quella che per me è stata la novità di quest‘anno, ossia la presenza di numerosi “banchetti” di street-food. Famoso ormai in altri paesi, da noi stenta un po’ ad “attecchire”. Sarà forse perché i “palati” italiani sono molti esigenti…..e non potrebbe essere altrimenti, vista la tradizione culinaria a livello nazionale. Nulla è però lasciato al caso, si ricerca comunque l’utilizzo di prodotti locali o comunque legati al nostro background gastronomico: dalla farinata di

farina di ceci ai pancakes di grano saraceno trovata presso il banco itinerante di Ta.Da. microcucina girovaga, alla piadina con formaggio al tartufo e prosciutto del banco della cucina piemontese passando dalle acciughe fritte al momento della Cooperativa dei Pescatori di Alassio.
Ovviamente non ho resistito al richiamo….ho provato la piadina!! Il profumo di tartufo, accentuato dal calore, stuzzicava palato e olfatto e la nota leggermente affumicata del prosciutto rendeva completo il mio pranzo. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di birra artigianale piemontese.

Ma sicuramente sarete curiosi di sapere quali acquisti ho fatto, vero?
Quest’anno mi sono trattenuta….ho acquistato solo cose un po’ particolari. Su un bellissimo banco di spezie che attirava l’attenzione già a metri di distanza grazie ad un mix di profumi che spaziavano dal dolce al salato, dall’amaro al piccante, dal fresco all’affumicato, ho acquistato due tipi di sale. Il sale nero hawaiano, risultato di una lavorazione artigianale molto particolare in fase di essicazione, poiché viene mischiato alla lava vulcanica purificata ed al carbone vegetale, che oltre a renderlo nero, lo arricchisce in minerali. Da usare principalmente come ingrediente scenico in piatti di pesce. Il naso poi mi ha attirato verso il sale affumicato della Germania, prende il suo aroma dal fumo prodotto dal rogo di cortecce e tronchi……..molto interessante e da provare al più presto!!

Sul banchetto della Cooperativa dei Pescatori di Alassio ho acquistato d’impulso, sebbene non le abbia mai usate in cucina, la colatura di alici e la bottarga. La prima non è altro che il liquido risultante dalla pigiatura delle acciughe sotto sale e la seconda le uova di muggine o tonno essiccate. Gusti forse un po’ forti è vero, ma se usate in modo corretto, a mio parere, esaltano molto il sapore di un piatto, sprigionando tutta la loro mediterraneità.
Un salto al banco di frutta e verdura direttamente dagli orti del Piemonte. Accanto ai peperoni di Carmagnola, cardo gobbo del Monferrato, porri di Cervere e nocciole tonda gentile delle Langhe, a fare bella mostra di sé un bellissimo cesto di Topinambur, radice di colore chiaro e bitorzoluta dal sapore simile alla nocciola. Io la utilizzo in cucina per creare delle stupende vellutate da accompagnare a crostini di pane o come base per piatti di pesce, soprattutto crostacei.

Non poteva mancare anche un vasetto di Aie’!..... una buonissima salsa a base d’aglio ( in questo caso aglio di Vessalico presidio slow food) tipica della nostra provincia.
Ancora una sosta a salutare i nostri amici di Treiso (frazione di Alba), Anna e Mauro Bussi, presenti in festa con la loro azienda agricola vitivinicola. Due chiacchiere in compagnia ed un assaggio in anteprima del prossimo Barbaresco, annata 2010, che si sta affinando in botte e del loro buonissimo Barbera affinato in Barrique…….cosa di meglio.
Il giro ormai è finito…con il mio cellulare pieno di foto e tante idee da mettere nero su bianco nella testa mi dirigo verso casa.
Spero di non avervi annoiato!
A presto Amici!
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