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Fiera del Tartufo - Alba 11 ottobre 16 novembre

Ciao a tutti, oggi, in un momento di tranquillità tra un piatto e l'altro di cui Vi riferirò mercoledì prossimo, vi racconto della "incursione" mia e della mia famiglia ad Alba.

Vi ho parlato del mio attaccamento alla cultura e tradizione del vicino Piemonte. Anche quest’ anno si è svolta ad Alba la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, giunta alla sua 84esima edizione, forse la manifestazione internazionale più importante su questo specialissimo prodotto della natura. Nell’arco di un mese e mezzo, la citta di Alba diventa, a livello mondiale, la vetrina più importante per il tartufo; arte, spettacoli, tavole rotonde e appuntamenti enogastronomici coinvolgono turisti ed espositori da tutto il mondo

Con mio marito e mio figlio il 25 ottobre siamo partiti alla volta del Piemonte, per trascorrere un fine settimana all’ insegna del relax e inebriati dal profumo sublime di questa meraviglia del sottosuolo. Ci ha accolto una bellissima giornata autunnale. I filari di viti, ormai spogli dei loro frutti, attraevano il nostro sguardo grazie alla miriade di colori delle poche foglie ormai rimaste. Mio figlio ha voluto a tutti costi fermarsi e raccoglierne alcuna di foggia e colore diverso, che sarebbero state poi il regalo per la maestra il lunedì successivo.

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Qualche notizia sul tartufo. Il tartufo bianco (Tuber magnatum Pico) è un "fungo" che si sviluppa interamente sottoterra. Di colore giallo pallido o tendente all'ocra/beige, con chiazze rosso-brune, di forma tondeggiante globosa, liscio o finemente granuloso. Il profumo inteso ed il sapore gradevole del tartufo bianco lo rendono il più pregiato tra i tartufi, ma allo stesso tempo, il suo profumo così particolare o fa impazzire o fa storcere il naso. Cresce in corrispondenza di determinate specie di alberi: querce, pioppi, salici ect, creando con le loro radici una “simbiosi”, condizione unica per la sua sopravvivenza e sviluppo. Il tartufo bianco è il più grande tra i tartufi e può raggiungere le dimensioni di una grossa mela. Ogni anno se ne raccolgono alcuni esemplari che superano anche abbondantemente il chilogrammo. Lo si trova solo nella tarda estate, in autunno e all'inizio dell'inverno.

In terreni con umidità abbastanza elevata si ritrova anche nel periodo estivo. La quantità di tartufi che si rinviene è in costante calo, a causa del taglio delle piante sotto cui cresce, della raccolta indiscriminata e delle condizioni climatiche con temperature elevate e scarse precipitazioni. Il bouquet di profumi del tartufo bianco del Piemonte, particolarmente intenso ed il suo sapore gradevole ne fanno il più pregiato ed il più ricercato tra i tartufi. La produzione del tartufo bianco in Piemonte è concentrato soprattutto nelle Langhe, nel Monferrato e nel Roero, ma vi sono ritrovamenti anche nell'alessandrino e sulle colline torinesi.

La fiera si articola in diversi appuntamenti e spazia a 360 gradi su cultura e tradizioni piemontesi.. Si va dalla presentazione di libri, agli incontri di cucina a tema con prestigiosi chef di livello nazionale, dall’ intrattenimento per bambini con corsi di cucina che avvicinano i piu’ piccoli alla scoperta dei prodotti del territorio, a spettacoli di rievocazione storica.

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Sicuramente però il fulcro della manifestazione rimane il Palatartufo. Sotto una enorme tensostruttura che viene innalzata nel Cortile della Maddalena in Via Vittorio Emanuele, si raccoglie il meglio delle eccellenze enogastronomiche del Piemonte. Il cortile è un antico chiostro di un ex convento che per l’occasione, si veste di modernità e raccoglie un centinaio di espositori. Protagonisti sono i vini del territorio di Langhe e Roero, le raffinatezze della pasticceria artigianale, i formaggi, le paste all’uovo, i salumi e tutti i prodotti che hanno reso grande il territorio albese.

Appena entrati al Palatartufo colori e profumi ci hanno fatto sospirare. Mio figlio impazziva dalla voglia di cominciare il giro di assaggi per i vari banchetti, io e mio marito, muniti di bicchiere da assaggio appesi al collo e dotati di piantina dei vari stand, ci siamo calati in quella realtà dando libero sfogo alle nostre papille gustative.

Nell’area centrale del Palatartufo non si contano i banchetti dei “trifulau” ( nome in dialetto che indica i cercatori di tartufo”) che, con le loro immancabili tovagliette a quadri, vendono li loro prezioso bottino. Per tutto il giorno i tartufi fanno bella mostra di sé e intenditori di tutto il mondo cercano di accaparrarsi i pezzi migliori. Sempre meglio in caso di acquisto farsi consigliare da persone di fiducia, per evitare di buttare al vento i propri denari.

Dopo aver acquistato vari prodotti tipici, dal vino ai tajarin, dalla toma d’alpeggio alla cugnà (marmellata di mele cotogne, dal sapore molto particolare, da accompagnare a piatti di carne), abbiamo lasciato il Palatartufo, e religione vuole che non si possa andare via da Alba senza un giro nella via dello “struscio” per eccellenza, Via Maestra. E’ una bellissima via pedonale su cui si affacciano tutte le botteghe storiche della città. A qualsiasi ora, estate o inverno che sia, è sempre affollata di gente. Le temperature rigide dell’inverno non fermano gli albesi, che la considerano il loro punto di incontro per una passeggiata, per un aperitivo in compagnia e perché no……anche un dopo cena….brrrrrr

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Ci aspetta ora una splendida cena sulle alture di Alba, precisamente a Diano d’ Alba. La nostra amica Ivana dell’ agriturismo “La Briccola” ci ha riservato una delle quattro meravigliose camere del suo casale. Tutto in pietra e mattoni a vista, è un gioiellino piccolo e raccolto. Una cucina semplice e genuina che ci ha stregato. Sono circa 7 anni che ci ospita e ci delizia con le sue prelibatezze per ogni nostra “incursione” in terra di Langa.

Con alcuni amici ci ritroviamo a gustare il frutto delle nostre peregrinazioni: il tartufo.

E la serata va, tra carne di fassona battuta al coltello, tajarin all’uovo (ben 40 tuorli per chilo di farina), fonduta e uova al paletto. Cose semplici mi direte. Già…..molto semplici…..ma perfetti da gustare con una generosa grattata di tartufo bianco d’Alba. Il tutto annaffiato da nebbiolo e barolo, che in queste terre la fanno da padrone.

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Dopo una notte riposante, una colazione semplice e molto genuina ed un caro saluto alla nostra amica Ivana, promettendole di tornare a trovarla quanto prima, ci siamo diretti verso la nostra nuova destinazione. Avremmo partecipato alla manifestazione “Narrar per Castelli”: per una giornata intera i castelli delle Langhe avrebbero rivissuto i fasti del loro passato e gli antichi abitanti dei manieri, impersonati da animatori e guide turistiche in costume, avrebbero guidato le visite e narrato vicende storiche, leggende e curiosità legate ai loro castelli.

Dopo un quarto d’ora di macchina, una magnifica vista a 360 gradi sulle colline del barolo ci da il benvenuto nella roccaforte del castello di Serralunga d’Alba. La nostra visita scorre tranquilla nell’entusiasmo generale di mio figlio completamente rapito dal Signore Pietrino Falletti e dai suoi racconti.

Giusto il tempo per il pranzo in un carinissimo ristorante de La Morra, sempre a base di prelibatezze locali……e rieccoci in macchina per il rientro a casa.

Manco a dirlo……mio figlio appena partiti si è addormentato.

Ciao a tutti...ci "vediamo" mercoledì! Tutti pronti per viziare il Vostro partner???







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