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ICIF ovvero la cucina italiana nel mondo

  • sabryrame
  • 14 mag 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

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Italian Culinary Istitute For Foreigners…..così sono iniziati I festeggiamenti per il mio compleanno . La mia Amica Chiara mi ha fatto un regalo indimenticabile: una visita in questa meravigliosa scuola di cucina di eccellenza a livello mondiale. Totalmente privata, la scuola di cucina italiana per stranieri ha sede in una delle dimore storiche più belle


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del Piemonte: il Castello di Costigliole D’Asti. In posizione dominante rispetto al paese, questo Castello, in parte di proprietà privata in parte comunale, ospita nelle sue stanze mostre d’arte e durante la stagione estiva sul prato antistante al castello si svolgono numerosi concerti. Una parte del castello fa parte della scuola di cucina, ma il fulcro principale dell’istituto è stato costruito dove una volta sorgeva “ l’Orangerie” personale della Contessa di Costigliole. Tale costruzione non era altro che una serra adibita alla coltivazione di agrumi. Oggi invece , in un moderno riadattamento tra vetro e metallo, trova spazio su due piani questa scuola di cucina di alto livello. Vi chiederete perché questa scuola è dedicata esclusivamente, o quasi, a cuochi stranieri. Il motivo è questo: la “mission” della scuola è quella di


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formare cuochi che, una volta preparati a dovere, possano essere in grado di aprire un ristorante di cucina italiana….magari in Colombia od in Brasile o in Giappone, mantenendo ad alti livelli quelle che sono le nostre tradizioni culinarie. Quale miglior modo di conoscere la cucina di un paese se non andarla ad imparare sul posto?

Questo è lo spirito con cui lavora la scuola. Ho conosciuto cuochi di parecchie nazionalità: coreani, giapponesi, brasiliani e colombiani per dirne alcuni. Quando parlo di cuochi, mi riferisco a ragazzi sui 20/30 anni, che nella loro nazione hanno cominciato a studiare in questo campo, ma che hanno deciso di affinare la loro preparazione nel nostro paese.

Ci ha accolti nella struttura la signora Jolanda Bivona, responsabile marketing della scuola e la Direttrice didattica Signora Ilaria Scalet. La signora Jolanda, gentilissima nel metterci a nostro agio, ci ha accompagnato in un tour molto particolareggiato dei


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vari ambienti della scuola. Oltre alle modernissime aule di didattica e laboratori di cucina, arredati con il meglio delle tecnologie applicabili in cucina, abbiamo visitato forse i due ambienti più accattivanti dell’intera struttura: al piano interrato tra ampie volte in tufo, mattoni a vista ed umidità controllata, trovano posto una enoteca ed una elaioteca….cosa è?....una sala di degustazione d’olio!

Queste sale vengono utilizzate per corsi di sommelier organizzati dalla scuola stessa per i suoi studenti, ma vengono anche affittate a soggetti privati, quali ad esempio aziende vinicole ed olearie, che vogliano fare dimostrazioni pratiche a partners e clienti.


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Altri locali degni di nota sono i “crottini” di salumi e formaggi; cunicoli anch’essi ad atmosfera modificata atti alla conservazione delle prelibatezze nostrane. Non vi dico che profumi che uscivano da questi locali ….sebbene chiusi a chiave…a doppia mandata!! Quando ormai il freddo e l’umidità cominciavano ad entrarci nelle ossa, siamo risaliti verso la luce, per iniziare la seconda parte della sorpresa che mi aveva organizzato la mia amica.

Dopo una pausa ed un caffè d’orzo, io ormai più incuriosita che mai, attendo con ansia il da farsi….ma lei ostinatamente si rifiuta di rispondermi; l’unica cosa di cui mi mette al corrente è che al momento giusto saremmo stati avvisati di scendere in sala da pranzo……pensate un po’ la mia adrenalina a che livelli era!!!!

Dopo ancora alcuni interminabili minuti, una voce da dietro le mie spalle ci chiama e ci dice che possiamo accomodarci di sotto, mi giro e chi era?....Alessandro Giagnetich!! Forse per molti di voi un nome sconosciuto, ma per una assidua spettatrice della prova del cuoco come me, un volto noto. La sua simpatia ci ha catturato subito ed ha cominciato a raccontarci cosa avremmo dovuto fare: in poche parole saremmo stati i giudici di un esamino intermedio del master!!!! Gioia assolutaaaaaaaa


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12 allievi si sono alternati con le loro creazioni a deliziarci il palato. Una tabellino inflessibile ci richiedeva però un giudizio sui vari aspetti del piatto: dalle tecniche di cottura all’equilibro del gusto, dalla presentazione al bilanciamento della sapidità. Non vi dico che piatti ho assaggiato!! Alcuni più


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buoni di altri ma sicuramente tutti degni di una scuola del genere. La cosa più bella che mi ha catturato ed emozionato è stata l’umiltà e la passione per questo lavoro che emanavano i creatori di queste leccornie. Se si pensa che sono per la maggior parte ragazzi di poco più di vent’anni , lontani mille miglia dal loro paese di origine, ciò non può non farti provare una sorta di


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tenerezza ,percependone però allo stesso tempo il carattere forte ed indipendente. Ogni piatto era presentato dal suo creatore che, o in un italiano stentato (vorrei parlare così io coreano dopo due mesi in quel Paese!!) o con l’aiuto della strepitosa interprete Ho Hyun Mi, ci spiegava la realizzazione del piatto e rispondeva alle nostre domande, prevalentemente incentrate sui


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“sogni nel cassetto”.

Un piatto tira l’altro e la nostra degustazione ahimè…..è finita.

Una stretta di mano a tutti i cuochi e le foto di gruppo a testimonianza di una giornata indimenticabile. Ancora due chiacchiere davanti ad un buon caffè e sono arrivati i saluti. Ci siamo congedati dalla signora Ilaria con la promessa di rivederci presto per un’ altra “consulenza” o …perché no…….come allieva di un corso di approfondimento….chissà….

Un altro tassello dei mio album dei ricordi è stato aggiunto; spero l’abbiate vissuta attraverso ai miei occhi. Vi saluto e vi aspetto per una nuova “mission in the kitchen”!!

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